Nel 2019 un’indagine del Censis, “Il valore sociale dei medici veterinari” ha fornito i dati sulla presenza degli animali domestici nelle nostre case ed è emerso che in Europa l’Italia si è attestata seconda, con una presenza nel 52% delle abitazioni italiane. Sono stati censiti 32 milioni gli animali domestici, con gli uccelli in pole position seguiti da gatti e cani. Nel dettaglio viviamo con 12,9 milioni di uccelli, 7,5 milioni di gatti, 7 milioni di cani, 1,8 milioni di piccoli mammiferi (criceti e conigli), 1,6 milioni di pesci, 1,3 milioni di rettili. Come si evince i cani che condividono la nostra vita quotidiana sono in Italia ormai oltre sette milioni ed è su questo dato che ci soffermeremo, cercando di comprendere da vicino le dinamiche relazionali che si instaurano tra cane e padrone. Moltissimi proprietari non conoscono il proprio cane a fondo e hanno un crescente bisogno della guida di esperti professionisti per gestirne al meglio il comportamento e rendere armonica la convivenza. Grazie al contributo del presidente dell’associazione cinofila “E l’uomo incontrò il cane” Alessandro Carosi, addestratore ed educatore cinofilo, faremo il punto su questa affascinante professione.
ALESSANDRO, QUANDO NASCE QUESTA PASSIONE?
Nel lontano 2006, con l’arrivo del mio primo cane Pepe, razza Carlino ho avuto modo di calarmi dentro questo nuovo mondo. Ignoravo completamente quelle dinamiche che riguardano direttamente il mondo dei cani ed inizialmente ho commesso tantissimi errori con il mio. Col passare degli anni sentivo in me crescere ed aumentare la voglia di comprendere sempre di più questi meravigliosi esseri, così nel 2014, in previsione dell’arrivo del mio attuale cane (Reika, un dogo argentino), decisi di intraprendere questo percorso formativo per diventare un addestratore.
COME SEI DIVENTATO UN ADDESTRATORE?
Ho seguito un percorso formativo della durata di un anno, svolgendo molte ore teoriche e tantissima pratica.
ADDESTRATORE O EDUCATORE? ESISTE UNA DIFFERENZA?
Partiamo innanzitutto dall’etimologia delle parole ADDESTRARE ed EDUCARE.
Addestrare è una parola molto utilizzata e significa istruire, formare, rendere abile. Deriva dall’unione di ad e destro (a sua volta riconducibile al latino aureo dextrum), portare alla destra, rendere destro, e cioè capace. Invece Educare deriva dal latino: educare composto di e fuori e duco condurre. Guidare fuori.
Fatta questa premessa, sostanzialmente possiamo dire che l’addestratore dovrebbe rendere “abile” il cane in un determinato esercizio (ad esempio nell’utilità e difesa, nella ricerca, ecce cc), mentre l’educatore dovrebbe “dare delle competenze“ al cane che quest’ultimo utilizzerà nella vita di tutti i giorni. Ora parlando per esperienza personale posso affermare che questa distinzione in realtà non è così delineata come sembra, ad oggi, in alcune scuole, l’addestratore non è più solo il tecnico che insegna al cane un determinato esercizio e basta, ma è un professionista che “studia” il cane che ha davanti e plasma ogni singolo percorso addestrativo in base alle doti caratteriali del soggetto che ha davanti. Inoltre oggi va tanto di moda questo antagonismo tra addestramento “classico” e metodo “gentile”… a mio avviso un professionista che si rispetti non dovrebbe ragionare a compartimenti stagni, ma dovrebbe cercare di trovare quello che gli è utile in quella situazione e con quel determinato soggetto da ambo le “scuole di pensiero”
CI RACCONTI LE TUE ESPERIENZE PIU’ SIGNIFICATIVE?
Nel corso degli anni ci sono state diverse esperienze che mi hanno segnato, cercherò di elencare quelle che mi hanno lasciato di più sia dal punto di vista professionale che umano. Durante il mio percorso formativo ho partecipato ad un recupero comportamentale, insieme al mio insegnante, di un cane mordace, oltre ad aver appreso molte nozioni utili ricordo col sorriso (a distanza di anni ci rido sopra) il tentativo di quel cane di staccarmi il naso. Un ulteriore momento abbastanza significativo è riconducibile a due vicende diverse in cui da consulente tecnico di parte ho eseguito valutazioni comportamentali su due cani che purtroppo si sono resi protagonisti di episodi di cronaca con risvolti drammatici per i proprietari.
COSA PENSI DEL FATTO CHE I CANI, NELLA LORO DIMENSIONE DOMESTICA, TRATTATI AL PARI DEGLI UMANI VENGANO SNATURATI DELLA LORO ESSENZA? E’ CORRETTO DARE UN’INTERPRETAZIONE DEL GENERE?
Farò delle affermazioni un po’ forti, per me l’umanizzazione del cane dovrebbe rientrare tra i maltrattamenti. Mi trovo spesso ad affrontare situazioni in cui i cani sono stati talmente viziati ed umanizzati da aver sviluppato comportamenti nevrotici ed aggressivi nei confronti dei loro proprietari. Quando succedono queste cose c’è purtroppo solo una piccola parte che chiede aiuto ad un professionista perché si rende conto di aver commesso degli errori, mentre la maggior parte dei proprietari attribuisce la colpa al cane e se ne libera o portandolo in canile, o peggio ancora abbandonandolo.
COSA CONSIGLI A CHI SI AFFACCIA PER LA PRIMA VOLTA A QUESTA PROFESSIONE?
Consiglio di cercare un buon percorso formativo, di studiare tanto e di cercare di migliorarsi sempre, di mettersi in gioco in continuazione e di non sentirsi mai realizzati perché, proprio quando ci sentiamo esperti, arriva un cane e mette in discussione tutto quello che abbiamo imparato fino a quel momento.
SALUTANDOTI E RINGRAZIANDOTI PER IL TUO PREZIOSO CONTRIBUTO TI CHIEDO: QUALI SONO I PROGRAMMI PER IL FUTURO?
Innanzitutto sono io che ti ringrazio per questa opportunità, per il futuro ci sono diversi progetti, in primo luogo l’apertura del mio centro cinofilo! Ho intenzione inoltre di organizzare eventi formativi, rivolti a neofiti e non, affinché iniziando dal mio territorio possa svilupparsi una nuova cultura cinofila uscendo pian piano da questa palude fatta di approssimazione e pressappochismo. Grazie a tutti per l’attenzione