Da sempre attenti agli sviluppi e alle evoluzioni del comparto food, in questa rubrica torniamo ad osservare da vicino un settore oggi messo in ginocchio dalle dure restrizioni a cui tutti siamo sottoposti. Le perdite stimate per il ramo eno-gastronomico sono innumerevoli: “La ristorazione perderà 8 miliardi di euro per l’impatto dell’epidemia covid-19 sull’economia italiana. Secondo il Centro Studi della Federazione Italiana Pubblici Esercizi nel primo trimestre del 2020, anche per gli effetti delle ultime misure che hanno imposto la chiusura totale delle attività di ristorazione, il settore perderà oltre 10 miliardi di euro a cui si aggiungerà un’ulteriore perdita nel secondo trimestre per avere poi un recupero, non affatto scontato, nel secondo semestre dell’anno che, tuttavia, chiuderà con un bilancio pesante di – 8 miliardi di euro di fatturato.” (fonte: www.fibe.it).
Nell’occhio del ciclone ci sono migliaia di uomini e donne parte attiva del comparto che si aggrappano come possono alle poche possibilità di sopravvivenza messe a disposizione.
Con il contributo di Valerio Maiali entriamo nel cuore del problema, dove cuore e problema sono parole chiave in questa narrazione. Valerio chef trentenne, poco prima del lockdown e dell’emergenza pandemica corona il sogno di avviare il suo locale “Rinomato” nei pressi di San Giovanni a Roma. Questa è una delle aree più vive e brulicanti di tutta Italia, habitat naturale per un’attività che fa del proprio core business la preparazione espressa di cibi della tradizione locale. Come spesso accade però i sogni fanno a pugni con la realtà e oggi la realtà ci porta a resistere e a reagire con resilienza alle avversità.
Valerio, come nasce questa avventura?
Questa avventura la desideravo da un po’ di tempo e alla fine del 2019, esattamente il 31 dicembre, quando tiri le somme e metti le basi per nuovi progetti, ho promesso a me stesso che avrei concretizzato questo sogno. Parlando con amici, confidai loro che avrei voluto mettermi in gioco, diventare il mio datore di lavoro. A gennaio ho fatto il giro di tante agenzie immobiliari, ho visto tanti locali in affitto e alla fine quella cucina a vista con 16 posti a sedere, in via Soana 30 zona San Giovanni, ha catturato la mia attenzione. Non pensavo ad altro… riuscivo finalmente ad immaginarmi là dentro, con la mia divisa, i miei clienti, il mio cibo. E alla fine il sogno è diventato realtà. Era il 24 febbraio 2020.
Cosa contraddistingue il tuo locale e le tue proposte gastronomiche?
Rinomato nasce dalla voglia di rivisitare l’unione tra i prodotti del nostro territorio e le migliori carni in chiave street food. Ma non solo… l’amore per la cucina mi porta ad offrire una piccola scelta gastronomica che varia in base alla stagionalità del prodotto. Metto a disposizione del cliente tutta la mia fantasia e la mia passione affinché possa provare qualcosa di genuino e vero.
In questa fase come gestisci la tua attività?
Purtroppo avendo aperto da poco e nel periodo forse più azzardato, ho avuto l’onore di ospitare amici e clienti nel mio locale solo per un mese. Ho deciso dunque di attivare un servizio di delivery per far conoscere RINOMATO, ma soprattutto per continuare a fornire un servizio ai nostri clienti affezionati, quelli che ci hanno sostenuto fin da subito.
In che modo ti immagini le prossime fasi della crisi e come pensi di affrontarle?
Spero vivamente che in futuro ci sia un miglioramento della situazione. La salute e la salvaguardia delle persone è la cosa più importante. Sicuramente continuerò a lavorare con le consegne a domicilio e la delivery. La situazione è complicata tanto da segnare e portare alla chiusura di molte attività che a Roma , come in altri parti d’Italia, basavano il loro introito sul turismo e sull’indotto. Cercherò sicuramente di curare il servizio a domicilio, il rapporto con il cliente e la crescita della nostra immagine nel migliore dei modi.
Un pensiero a chi come te è stretto in questa morsa, cosa ti senti di dire o di consigliare a tutti quegli imprenditori oggi fermi?
In questi momenti così difficili bisogna restare uniti e provare ad guardare avanti; impiegare il tempo nello sviluppo delle proprie attività, cercando di tirare fuori il meglio.
Salutandoti e augurandoti il meglio ti chiedo una previsione, superata la crisi, dove ti porterà il cuore? Quali sono i programmi per il futuro?
Spero che una volta superato questo momento così difficile, Rinomato possa diventare un piccolo punto di riferimento per il quartiere di San Giovanni e non solo; un luogo dove trovare cibo di qualità, una sorta di garanzia gastronomica. Un punto di aggregazione, dove incontrarsi per passare qualche momento spensierato in compagnia di amici o parenti. Questo già mi renderebbe fiero del lavoro fatto.
Io tengo duro! Non mollo!
Per info leggi anche: https://www.marianoleoni.com/chisono/